top of page
  • Immagine del redattoreEmanuele

Shock Sorrow “The Heart Bleeds” - L'arte per alleviare il dolore più profondo



L'EP di debutto del gruppo, "The Heart Bleeds", dimostra i testi onesti e profondi di Keith, che riflettono sull'amore, la perdita e il dolore, mentre la miscela di chitarre acustiche ed elettriche di Steff crea un'atmosfera uditiva ricca e strutturata.



Musica che scava dove fa più male


Shock Sorrow sono Keith Caffrey e Steff Caffrey della città medievale di Drogheda, nella contea di Louth, Irlanda. Keith e Steff hanno lo stesso cognome ma non sono parenti, sono amici d'infanzia che per caso hanno lo stesso cognome!

Un duo alt-rock/acustico avviato unendo le forze dalle ceneri delle precedenti band metal e rock, in cui hanno militato i due componenti.

La loro firma distintiva di voci appassionate bilanciate con chitarre struggenti, ha fatto guadagnare loro la reputazione di cantautori emotivi nella scena rock acustica irlandese.

L'EP di debutto del gruppo The Heart Bleeds mette in evidenza i testi onesti e profondi di Keith, che riflettono sull'amore, la perdita e il dolore, mentre la miscela di chitarre acustiche ed elettriche di Steff crea un'atmosfera uditiva ricca e strutturata.

Registrato, mixato e coprodotto dal duo nella Oirialla Production Suite di Steff, il loro EP di debutto è ispirato e dedicato alla memoria di Aoife, l'anima gemella di Keith. È un viaggio meditabondo e inquietante attraverso un profondo dolore.

Aoife aveva solo 32 anni e lavorava come infermiera clinica specializzata in cure palliative per l'Hospice St. Francis. La registrazione di canzoni originali è iniziata come uno sbocco musicale per Keith per affrontare la tragedia.

Nel tempo si è evoluto in un EP completamente formato che è dedicato alla memoria amorevole di Aoife. Tutte le canzoni riflettono le emozioni di Keith durante questo periodo straziante: amore, perdita, shock e dolore. L'EP è una capsula del tempo dei suoi sentimenti ed è molto vicino a chiunque abbia mai perso qualcuno che amava.

Un progressive rock moderno


L'EP è talmente ricco di spunti ed elementi stilistici vari che sarebbe riduttivo classificarlo in una rigida corrente musicale: è per certi versi una composizione rivoluzionaria che fonde sounds rock, talvolta metal, con sonorità riconducibili alla musica colta. Un sincretismo ottimamente riuscito che va a costituire un progressive rock in salsa moderna.

In effetti è un progetto originale che riprende molti elementi della tradizione rock e li coniuga con altri presi in prestito da diverse estrazioni musicali come l'ambient e la neoclassica, restituendo all’ascoltatore un'atmosfera unica intrisa di forte emotività.

C'è un'ampia musicalità e un songwriting maturo nell'EP che riflettono le passate esperienze musicali di Keith e Steff nelle band metal e rock, portando il loro suono in una nuova era. Ce n'è per tutti i gusti: ballate di chitarra acustica, un intimo numero di pianoforte/archi e brani rock.


Amore, perdita e dolore: il dramma di essere mortali


I testi, come sopracitato, sono profondi e molto struggenti e la passione e l'amore infinito verso una persona cara si fondono con l'incommensurabile dolore dovuto alla scomparsa della stessa. Si crea così un senso di vuoto che solo la creatività può in piccola parte riempire.

I would travel through space and time

Just to hold you in my arms again

I would travel through space and time

Just to hold you in my arms

Shock of losing you, I’m rattled to my core

A part of me died with you

Wither in time, withering in time

Heart breaks, soul aches

Viaggerei nello spazio e nel tempo

Solo per tenerti di nuovo tra le mie braccia

Viaggerei nello spazio e nel tempo

Solo per tenerti tra le mie braccia

Lo shock di perderti, sono scosso fino al midollo

Una parte di me è morta con te

Appassire nel tempo, appassendo nel tempo

Il cuore si spezza, l'anima soffre”

Questo passaggio tratto da Lament è la perfetta rappresentazione della sofferenza umana e allo stesso tempo del vero amore.

Qui l’amore è strettamente correlato con il dolore, ma curiosamente ha un interessante legame indiretto anche con la morte, quasi a volerci ricordare che uno dei sentimenti più nobili dell’esistenza, l’amore appunto, al di là di eventi traumatici si misuri attraverso la perdita, e che tutti noi indirettamente e direttamente siamo tenuti prima o poi a fare i conti con la condizione essenziale dell’uomo: quella di "essere mortale".

Ancor più diretto il testo di Die For You:

“I would die for you, my Love, my Love

I would die for you, my Love, my Love

An ocean of tears could not fill the void

You have left in my heart

I would die for you, my Love, my Love

Every day I cry my heart, it bleeds

The heart bleeds

I lament forever, for you”

“Morirei per te, Amore mio, Amore mio

Morirei per te, Amore mio, Amore mio

Un oceano di lacrime non potrebbe riempire il vuoto

Che hai lasciato nel mio cuore

Morirei per te, Amore mio, Amore mio

Ogni giorno piango, il mio cuore sanguina

Il cuore sanguina

Mi lamento per sempre, per te”

Una poesia straziante sul vuoto esistenziale che lascia dietro di sé un amore troppo più grande di noi. Parole che scavano nel profondo dell’anima sono presenti anche negli altri brani: 5 tracks per 18 minuti e 13 secondi da pelle d'oca.

Dominato dalle chitarre acustiche, atmosfera arricchita da sottili effetti in backing vocals e tocco di classe aggiunto dal pianoforte nel bridge, un ingresso esplorativo nell’universo musicale degli Shock Sorrow.


Tempi molto lenti che ben si conciliano con la traccia enormemente riflessiva e meditativa, produzione vocale piena, in grado di evocare emozioni sia in modo diretto che latente.

Strumentalmente ricca, le chitarre acustiche sincronizzate alla perfezione con quelle elettriche creano un muro sonoro complesso per uditi fini, tonalità vocali perentorie con un andamento fatto di saliscendi fanno di Odin una canzone melodicamente assai interessante. La traccia vive un'esplosione ritmica nella seconda parte.

Brano ben distinto, a farlo da padrone è il piano, suonato prevalentemente con note gravi intervallate da suoni acuti su cui scorre un cantato commuovente, è probabilmente la canzone più struggente dell’EP.

Anche quest’ultimo brano è molto caratteristico ma per motivi contrapposti rispetto al precedente; qui vi è un upgrade ritmico importante, inoltre si caratterizza per un groove più hard che racchiude in sé, seppur in maniera latente, elementi metal. Raven è forse il singolo che più si avvicina alle radici musicali del duo irlandese.



 




bottom of page