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Glass Mansions "VIOLET" - Tra ironia e disperazione

  • Immagine del redattore: Sonia
    Sonia
  • 13 giu
  • Tempo di lettura: 2 min

Guidati dalla voce carismatica e sensuale di Jayna Doyle, i Glass Mansions sono un duo alt-pop di Austin, Texas, noto per il loro stile che fonde il pop moderno con influenze anni '90, synth pesanti e ritmi serrati pensati per la danza. La loro musica, intensa e dinamica, unisce texture elettroniche ricche e stratificate a testi intelligenti e introspettivi, affrontando temi che spaziano dalla scoperta di sé ai demoni interiori, dalla nostalgia alla seduzione della resa.


Dal vivo offrono un'esperienza cruda e viscerale, pura energia rock avvolta da nebbia e coriandoli, capace di lasciare un segno. La loro presenza scenica è stata riconosciuta su importanti palchi, tra cui SXSW (negli ultimi tre anni), Warped Tour, Canadian Music Week, Illfest, Indie Week Canada e Florida Music Festival. Hanno condiviso il palco con artisti del calibro di Phantogram, Robert Delong, Young The Giant, Urban Heat e The Unlikely Candidates. Il loro sound ha trovato spazio anche su MTV, Netflix e Bravo, contribuendo a consolidare la loro identità in continua evoluzione.


Dopo l'ardente Standing O (2022) e il sensuale Nearsighted (2023), il duo chiude la trilogia con il nuovo singolo VIOLET, uscito il 30 maggio. Il brano, un alt-pop scuro e ironico, nasce da una riflessione ispirata a un episodio delle prime stagioni di Black Mirror. Jayna Doyle esplora il fenomeno della vita digitale ipercurata, dove ogni post e storia sono pensati per vendere un'immagine costruita, lasciandoci intrappolati in un ciclo di doomscrolling. VIOLET diventa così il vuoto statico, la raccolta abissale di ciò che proiettiamo nel digitale: un battesimo oscuro, una resa ipnotica al mondo che ci osserva attraverso gli schermi. Prodotto ancora una volta insieme a Taylor Webb, il brano ha texture caotiche e synth cinematografici che accompagnano un testo tagliente, tra ironia e disperazione.


Con la regia di Ima Leupp e il contributo di un team creativo coeso, il video di VIOLET non è solo una conclusione narrativa, ma un manifesto emotivo che trasforma la vulnerabilità in forza, invitando lo spettatore a guardarsi dentro e – forse – a smettere di scrollare. Qui, Jayna interpreta sé stessa nel momento in cui smette di fuggire e decide di affrontare le proprie paure e il proprio passato. Ogni scena rappresenta una fase del lutto, culminando in un rituale visivo potente e autentico di rottura con energie e traumi generazionali.






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