Bino Bames "Let you go" - Un equilibrio sottile tra chiarezza e tensione emotiva
- Emanuele

- 4 dic
- Tempo di lettura: 2 min
Bino Bames è il prodotto del contrasto—cresciuto tra i bagliori al neon e le ombre di Las Vegas. “Sono tipo la terza generazione di Las Vegas,” dice. “È raro che qualcuno sia davvero di lì. Crescere lì mi ha dato un’enorme ammirazione per lo spettacolo, ma mi ha anche insegnato a sopravvivere. Casinò da miliardi di dollari circondati da povertà e dipendenza—quel contrasto definisce chi sono. Se sono riuscito a sopravvivere a Vegas, posso sopravvivere a qualsiasi cosa.”
Andato via di casa a 15 anni, Bino ha vagato tra New York, Los Angeles e Portland, assorbendo le scene underground che hanno modellato il suo suono. Ora di base a Londra, l’outsider mezzo filippino e mezzo americano sta facendo parlare di sé grazie alla sua scrittura evocativa, che unisce emozione pura e respiro cinematografico.
Clash Magazine definisce il suo ultimo singolo, Cocktail Princess, “un manifesto lussuoso—uno scorcio autobiografico che mostra lo sporco sotto il glamour”. Influenzato da icone come Daniel Johnston, Bino costruisce un ponte tra l’underground e il pop mainstream, portando nella sua musica dramma, nostalgia e lo sguardo lucido di un vero outsider.
Con Let You Go, Bino Bames firma una posizione stilistica più luminosa ma non meno profonda, una traccia dal sapore un po' britpop che mostra una nuova maturità nella gestione delle dinamiche e dell’arrangiamento. Le chitarre, ariose e ben scolpite, costruiscono un tessuto sonoro elegante, sorretto da una sezione ritmica essenziale ma estremamente efficace: le percussioni scorrono leggere, con un groove misurato che accompagna il brano senza mai sovrastarlo. La produzione è pulita, con un equilibrio preciso tra spazialità e presenza, capace di valorizzare tanto i dettagli quanto l’impatto complessivo.
Il cantato si muove su un registro intimo, quasi confidenziale, salvo poi aprirsi in momenti più graffianti che danno carattere e tensione emotiva al pezzo. La voce di Bames gioca su sfumature sottili, alternando controllo e urgenza, con un’interpretazione che resta sempre credibile e mai teatrale. L’insieme restituisce una canzone dal respiro pop, ma con una struttura solida e una sensibilità quasi artigianale nel modo di costruire climax e distensioni.
Let You Go non chiede di essere decifrata: si lascia piuttosto attraversare, come una corrente che cambia densità e temperatura lungo il percorso. È una traccia che lavora per sottrazione, che suggerisce più di quanto affermi, e che trova la sua forza in un equilibrio fragile tra movimento e quiete, tra slancio e sospensione, lasciando nell’ascoltatore una sensazione difficile da afferrare, ma sorprendentemente persistente.
Commenti