Bad Self Portraits "I Think I'm Going to Hell" - Riflessione sul senso di colpa
- Sonia

- 30 ago
- Tempo di lettura: 2 min
I Bad Self Portraits sono nati a Omaha nel 2017, da Ingrid Howell (voce, basso), Cole Kempcke (chitarra), Connor Paintin (chitarra, tastiere) e Jesse White (batteria, voce) che hanno conquistato il pubblico con esibizioni che intrecciano teatralità essenziale e intensità psicologica. La loro musica, radicata in una sincerità disarmante, costruisce un linguaggio sonoro personale, capace di muoversi tra caos e chiarezza, vulnerabilità e rigore. Voci che graffiano e si innalzano, chitarre luminose e taglienti, cambi di ritmo che riflettono il tumulto interiore: tutto contribuisce a un indie-rock fatto per essere vissuto oltre che ascoltato. Dai sussurri più fragili alle esplosioni catartiche, i loro arrangiamenti invitano a un'esperienza condivisa, trasformando l'esplorazione del sé in energia collettiva. Nei loro brani, il disagio diventa possibilità di crescita, mentre le verità più difficili della vita emergono senza filtri, specchiando emozioni universali.
La band ha pubblicato il 22 agosto la title track I Think I'm Going To Hell, tratta dal nuovo album in uscita. Il brano, scritto da Ingrid Howell, rappresenta il loro volto più nudo e vulnerabile. Nasce dal ricordo d'infanzia di un DOC non diagnosticato intrecciato a un'ansia religiosa: “Avevo cinque o sei anni quando ho rubato una sola nocciolina al supermercato. L'ho mangiata in segreto, chiudendo il guscio nel mio diario. Nessuno lo scoprì, ma ero convinta che ‘l'uomo in cielo’ mi avesse vista e che avrebbe riferito ai miei bisnonni. Crescendo, quella paura si è trasformata nella sensazione che Dio non potesse salvarmi. La canzone è il tentativo di dare voce a quel conflitto e al trauma religioso che ne è seguito”, racconta Howell.
I Think I'm Going To Hell è una riflessione bruciante sul senso di colpa infantile, sui traumi religiosi e sul disturbo ossessivo-compulsivo, narrata attraverso testi senza compromessi, melodie inquietanti e il ricordo di una piccolezza che ha cambiato tutto.
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