Braindead è caratterizzato da uno stile anticonvenzionale fatto di atmosfere sonore dove la cognizione spazio-temporale non ha più ragione di esistere e si viene catapultati in una sorta di realtà parallela dove è possibile elevarsi per capire meglio e comprendersi meglio
A metà tra l'art rock e il rock psichedelico
Pierre Lecarpentier è un compositore e cantautore francese che vive nei pressi di Parigi. Dopo diverse esperienze in varie band ha deciso di intraprendere un percorso da solista.
Il giovane artista francese si contraddistingue per uno stile marcatamente anticonvenzionale che va oltre i paletti della musica pop.
La sua intera opera è costellata da sonorità eleganti quanto ricercate e complesse che restituiscono all’ascoltatore un gusto decisamente retrò.
Paesaggi sonori abbaglianti accompagnati da contenuti colti, uniti ad una particolare sensibilità per l’aspetto visuale delle copertine, pongono la sua musica a metà tra l’art rock ed un rock psichedelico d’altri tempi, sebbene non manchino influssi spiccatamente più vicini all’alternative rock.
Genio e sregolatezza
Il suo primo EP “Braindead” nella sua ricchezza di suoni e sperimentazioni ha forti connotati vintage che conducono a reminiscenze della scena rock anni ‘60.
Un'esperienza che trasporta l’ascoltatore in un altro luogo, in un altro tempo. Facile, inevitabile lasciarsi coinvolgere e ipnotizzare dai brani per lo più strumentali dell’EP.
“Braindead” è un trip continuo, uno stato di coscienza da dormiveglia eccitante in cui ci si immerge dopo qualche assolo di chitarra elettrica.
Il primo singolo omonimo dell’EP racchiude al meglio questa filosofia introducendo l’ascoltatore in una sorta di mondo parallelo.
Si spazia da tracce completamente strumentali come Everything in the World (to Leads Me to You) e Leaving the Birdcage che contiene una poesia tratta dal film capolavoro “L’attimo fuggente” di Peter Weir ad altre cantate come Ballad of the White Lady e By The River.
Negli ultimi due brani sopraccitati il giovane musicista dimostra inoltre un gran talento come compositore testuale. Attraverso la voce possente di Vincent Paraboschi vengono veicolate liriche intrise di metafore e sottili sottotesti.
In Ballad of the White Lady ad esempio utilizza la metafora della “signora bianca” in un gioco di rimandi a una vita senza regole in cui la “White Lady” può essere soggetta a diverse interpretazioni. Una signora che fa innamorare e porta in uno stato di totale smarrimento, in cui si perde la cognizione dello spazio-tempo, il disordine regna sovrano ed ecco che diventa possibile che il venerdì sera si trasformi in domenica mattina.
La perdita di lucidità si acuisce nel finale tra le chitarre ad altri sounds elettrificati che sanciscono un abbraccio tra genio e sregolatezza, in pieno stile rock’n’roll.
L’EP è composto da 5 brani. 27 minuti e 32 secondi in cui potersi assurgere comunicando ad un livello più profondo con la nostra vera essenza.
Tracklist
コメント